Zatua è il nome di uno Chef de Groupement, ossia del capo di un insieme (raggruppamento) di villaggi. Ma è anche il nome di un Institut, di una scuola secondaria a Gbonzunzu. Lo chef Zatua a cui si fa riferimento è morto da tempo ma anche chi lo ha sostituito ne porta la traccia, Ngaluma Zatua Jean.
Non è lo Stato o il ministero dell’istruzione che si fa carico di promuovere le scuole al loro sorgere, sia primarie che secondarie, ma sono i genitori degli allievi che si riuniscono in comitati locali e chiedono il dono di un terreno allo chef coutumier, ossia il capo che regge l’amministrazione locale secondo le antiche tradizioni e costumi. I segni tradizionali della loro autorità sono solitamente un copricapo ornato di piume di pappagallo o di altri uccelli ed un bastone decorato od uno scopino da tenere in mano fabbricato a partire da sottili steli di foglie di palma.
E’ così che al sorgere del nostro istituto, una ventina quindicina d’anni fa, lo chef ha donato alla collettività e alla comunità cristiana un terreno sul quale costruire la nuova scuola secondaria. In segno di gratitudine la scuola ha preso il nome di Zatua.
Le prime
costruzioni sono state realizzate in materiale locale, pali e corde vegetali,
foglie, paglia e fango, ad opera dei genitori, degli allievi e degli
insegnanti. Aule da ricostruire periodicamente, poichè soggette agli agenti
atmosferici e alle termiti particolarmente affamate di legno.
Quando la nostra missione ha avuto inizio nel 2019, uno dei nostri confratelli, il padre Alain ha preso la direzione di questa scuola che si trovava in condizioni precarie per non dire pietose. Un solo professore qualificato, le strutture fatiscenti, i banchi insufficienti, la mancanza di libri di testo per gli insegnanti mentre gli studenti ne sono ordinariamente sprovvisti, mancanza di un ufficio per il preside e di sedie per gli insegnanti.
Inutile aggiungere che con queste premesse non si può pretendere un livello d’istruzione nè buono nè sufficiente. I genitori più avveduti e che ne hanno la possibilità, fanno allora migrare i loro figli verso la città di riferimento, Isiro distante un centinaio di chilometri.
Ecco che nasce il progetto di una costruzione che possa offrire delle condizioni migliori al grande numero di allievi ed insegnanti che si danno corpo ed anima perchè il tempo che investono nell’istruzione a scuola possa portare dei frutti soddisfacenti.
Grazie alla approvazione del Vescovo e al finanziamento da parte della Caritas Antoniana di Padova ha inizio il cantiere per la costruzione del primo blocco di aule capace di dare una risposta adeguata a molte delle tante attese legittime.
Inizia la
preparazione dei materiali sempre lunga e difficile poichè occorre procurarsi
da sè quasi tutto: la fabbricazione dei mattoni, spaccare e raccogliere le pietre
da fondazione estrarre la sabbia, la fabbricazione delle assi necessarie per la
carpenteria del tetto, per le porte e finestre, trasportare il tutto.
Seguono l’acquisto dei materiali ad Isiro, lo scavo della fondazione, la benedizione della prima pietra, la costruzione con le equipes dei muratori, carpentieri, falegnami ed imbianchini, fino alla inaugurazione solenne con la presenza delle autorità e la santa Messa.
Un cantiere rapido, celere, non secondo le abitudini dei tempi lungi africani che inizia a gennaio del 2022 e termina giusto a settembre dello stesso 2022 per permettere un buon inizio del nuovo anno scolastico 2022-2023.
L’anno scorso hanno frequentato le lezioni quasi 300 studenti, mentre quest’anno sono già 250 quando le iscrizioni sono ancora in corso poichè nelle zone rurali la puntualità non ancora una caratteristica ben acquisita, neanche per l’inizio della scuola.
Molto resta ancora da fare ma un buon colpo di mano è stato dato.