lunedì 21 novembre 2011

Donne Africane - Nobel di Pace

Leymah Gbowee
Lo sapevamo ma stavolta lo si è detto con voce forte ad Oslo, dove ha sede il comitato per l’assegnazione dei premi Nobel: l’Africa cammina con i piedi delle donne, esse la sostengono e le fanno fare pace, tormentata com’è da tanti mali che si risolvono in aspre guerre ed interminabili conflitti. Ellen Johnson Sirleaf, presidente della Liberia, Leymah Gbowee, presidente di una associazione per i diritti dell’uomo e in prima linea contro l'utilizzo dei bambini soldato, Tawakkul Karman, coraggiosa giornalista nel chiuso mondo arabo, protagonista della primavera yemenita.
Ellen Johnson Sirleaf
Combattenti per la vita, come tutte le donne, mai rassegnate. Non sono state piegate, demoralizzate, abbattute. Non la quotidiana guerra contro la fame per nutrire le numerose bocche di una famiglia sempre vasta, non la guerra di violenze personali subite che domanderebbero rancore infinito e odio senza tregua, non la guerra strettamente intesa delle armi e dei morti sul campo, non tutto questo nè tanto altro hanno potuto piegare le donne africane, sempre pronte a ricominciare daccapo, contro ogni scoraggiamento, portatrici di vita, quella biologica, quella dei rapporti, quella spirituale...
Tre donne caparbie che hanno saputo non solo convivere, ma scardinare almeno in parte quei mali che affliggono il loro genere e trascinare altri ed altre, sperando e sognando, vedendo infine le loro speranze realizzate e i loro sogni compiuti.
Tawakkul Karman
La sottomissione supina, l’insufficienza di istruzione, il non diritto alla parola libera, l’ingiustizia subita impunemente sono alcune delle piaghe che anche a Babonde continuano ad affliggere le donne, considerate ancora merce di scambio, macchine da lavoro e trasporto. I volti sorridenti spesso nascondono drammi ed amarezze, ma dicono l’enorme potenziale di pace che custodiscono intatto, sorgente che non secca, albero che continua a dare frutti. 
Omaggio alle donne, le oramai famose del premio Nobel per la Pace e quelle quotidiane che pacificamente vincono la loro giornaliera guerra perchè la vita continui a vivere, nelle cose semplici ma insostituibili del cibo, dell’unione della famiglia, della loro personale dignità, dell’istruzione dei figli... omaggio alle donne.



mercoledì 2 novembre 2011

TAPPI e SORGENTI

Ecco infine un’altra applicazione per i tappi di ogni dimensione e formato che erano soliti essere adoperati e gettati nel pattume di ogni abitazione dei paesi occidentalizzati. Sì, proprio i tappi di bottiglie e bottigliette, detersivi e quant’altro che dopo essere stati più e più volte svitati e riavvitati vengono ora separatamente raccolti a parte, separati dal resto dell’altra plastica. Già da tempo una coscienza ecologica si sta facendo strada, vuoi per amore della natura, vuoi perchè spinti dalle amministrazioni comunali: ecologia e riciclaggio vuol dire anche risparmio e guadagno oltre che diminure l’impatto della propria “impronta ecologica”. Sta di fatto che una quotidiana operosità, una attenta vigilanza sulla destinazione finale dei progotti di scarto e degli imballaggi di tutto ciò che consumiamo, permette di recuperare buona parte di quanto sarebbe destinato all’inceneritore. Una società occidentale dei consumi e degli sprechi, si combatte anche con le mille piccole azioni che permettono il riciclaggio ed il riutilizzo. E’ sata per me una piacevole sorpresa vedermi recapitata una discreta somma di denaro frutto, appunto, di questi famosi tappi di plastica, pazientemente raccolti e sapientemente venduti. Se quei tappi nella loro maggioranza, hanno per vocazione il preservare l’acqua quotidianamente bevuta, ebbene che il frutto della loro vendita sia fedele alle loro origini, sia destinato alla sistemazione delle sorgenti d’acqua. Chi poteva immaginare un percorso così lungo, dal Nord Italia all’equatoriale africana Babonde. Certo, sappiamo che una buona abitudine ecologica è anche quella di consumare cibi e bevande prodotti in luoghi vicini ai quali si abita per evitare gli inquinamenti prodotti da tonnellate di merci che viaggiano per chilometri e chilometri da un paese all’altro. Ma in questo caso non si poteva fare altrimenti ed assicuriamo che non sarà consumato alcun litro aggiuntivo di carburante affinchè quei tappi del Nord Italia aiutino la sistemazione di una sorgente d’acqua nel Sud del Mondo. Grazie a quelle persone che, senza conoscerle direttamente, hanno pensato a Babonde.