venerdì 23 novembre 2012

M23


Ancora la guerra? Crediamo di no anche se le notizie sono allarmanti, in provenienza come sempre dall’est della Repubblica democratica del Congo, dalla provincia del Nord Kivu, confinante con la nostra e confinante con il Rwanda. Oramai anche a livello internazionale passano le informazioni della RDC e l’informazione dell’occupazione della città di Goma da parte delle truppe ribelli dell’M23. Il Movimento nato il 23 maggio scorso in effetti non è che l’ultimo atto – per il momento - di una dolorosa tragedia che dura oramai da più di un decennio e che manifesta una volta di più di quale cancrena soffre il paese. Profughi, povertà e fame, stupri e omicidi, insicurezza e ruberie diventano il pane quotidiano e il prezzo che la popolazione paga agli insaziabili appetiti dei paesi vicini all’Est della Repubblica democratica del Congo e agli appetiti dei politici e “potenti” locali. A chi le ricchezze della R.d.C.? Questa situazione di conflitto e di insicurezza permanente su di una vasta regione rende libero il passaggio a sfruttamenti “in nero” (perdonate l’espressione) delle risorse minerarie e forestiere congolesi. Noi personalmente nella missione di Babonde come nelle altre missioni della provincia Congolese non siamo toccati direttamente da questa ribellione/guerra, che tuttavia genera innumerevoli problemi  in tutta la regione e che lascia tutti nell’incertezza circa gli sviluppi futuri. Da deplorare l’incapacità della missione ONU (la più importante, la più numerosa di personale e la più costosa nella storia delle Nazioni unite) che non può garantire l’incolumità della popolazione civile.
Da deplorare il silenzio delle autorità nazionali prive di un esercito degno di tal nome e ostaggio di giochi politici ed economici che penalizzano in continuazione la nazione intera. A quando il riscatto? La Repubblica democratica del Congo continua a vivere grazie alle permanenti “flebo” somministrate dagli aiuti, dalle sovvenzioni e dai prestiti internazionali poichè le ingenti risorse locali si perdono e spariscono puntualmente ed infallibilmente.  L’inconsapevolezza di una larga parte della popolazione priva di istruzione e di informazioni, la mancanza di una leadership votata al bene del paese, la mancanza di strumenti di pressione sui potenti, la vastità del territorio e le difficoltà di comunicazione (fisica, delle merci e delle informazioni) non lasciano intravedere un futuro immediato che possa essere migliore. Dopo la presa di Goma gli studenti universitari di Kisangani lasciando corso alla loro impotente rabbia hanno saccheggiato le sedi del partito al potere e le abitazioni dei responsabili politici guadagnando qualche morto tra le loro fila. La strada della protesta è necessaria; la protesta violenta fa notizia e molto più rumore di quella pacifica ma non sappiamo quali frutti duraturi e fecondi potrà portare.Continuare nel lavoro di educazione, di istruzione, di formazione delle menti, delle coscienze e degli spiriti è al momento il solo terreno fecondo che ci permette di sperare e di continuare ad essere fiduciosi. 


domenica 11 novembre 2012

Non c’è due senza tre


 Da alcuni mesi ad Isiro, un’ottantina di chilomentri da qui è scoppiata l’emergenza Ebola, per fortuna subito individuata e affrontata con tutti i mezzi possibili, quelli locali e quelli della strutture internazionali. L’associazione di “Medici Senza Frontiere” è riapparsa con una missione ad hoc, l’avevamo avuta dalle nostre parti qualche anno fa per l’emergenza colera. L’infezione di Ebola non si è propagata, i morti sono stati una ventina, siamo ancora sotto “allarme” ma in una forma semplicemente cautelativa e prudenziale poichè da diverse settimane non si sono manifestati nuovi casi. A partire dal mese di maggio avevamo subito quella che potremo chiamare una “epidemia” di malaria associata ad altri problemi intestinali che ha portato alla morte di quasi un migliaio di bambini nel nostro distretto sanitario, a partire da Pawa, Nebobongo, Ibambi e Babonde.
 “Medici Senza Frontiere” si è allora installato a Nebobongo, a circa 30 chilometri con una seconda missione. L’emergenza malaria è finalmente diminuita, anche se la sua presenza è endemica ed il problema rimane ma è tuttavia rientrato nei limiti della normalità, se si può chiamare normale il fatto che pochissimi fino ad oggi si siano dati la pena di ricercare un qualche vaccino risolutivo, ammesso che si possa trovare.
Il fatto che gli infermieri abbiano potuto visitare i bimbi talvolta casa per casa ha fatto emergere un altro problema che peraltro conosciamo benissimo, quello della malnutrizione grave, capace di condurre alla morte o a danni irreparabili del fisico o della mente dei bambini:. Ecco allora una terza missione di “Medici Senza Frontiere” stavolta proprio a Babonde.
 Sono arrivati da circa tre settimane e si sono accampati nel locale ospedale che conserva qualche padiglione inutilizzato, dedicato un tempo ai numerosissimi malati di tubercolosi. Ci aiuteranno nel lavoro del nostro Talita Kum il piccolo centro nutrizionale che funziona oramai da due anni con il sostegno dei benefattori. Certo il paragone non è possibile tra la nostra realtà e la loro, per quanto riguarda il personale impiegato (sei persone provenienti dall’europa ed una trentina di congolesi), i mezzi a disposizione, finanziari e logistici e la professionalità dell’intervento. Secondo le loro abitudini una missione sanitaria non dura normalmente più di tre mesi, ma cercheremo di fare tesoro della loro esperienza e delle loro conoscenze, ci permetterà di essere più incisivi ed efficaci in seguito.
 Medici Senza Frontiere prende in cura i bimbi da 0 a 5 anni, il lavoro non mancherà quindi per il Talita Kum che continua a sostenere in media una settantina di persone in questo periodo. Da parte mia una piacevole sorpresa poter incontrare a Babonde tre francesi, una svizzera che parla un discreto italiano, un australiano, uno spagnolo... non capita tutti i giorni poter condividere il colore della pelle e non solo. Già da venerdì sono all’opera ed i casi gravi non mancano, non mancheranno neanche i frutti positivi del loro passaggio a Babonde.

E’ in arrivo un container carico di...


Non so come ringraziere tutti quanti hanno collaborato per farci giungere un container carico di tantissime belle, buone e utilissime cose. Non voglio arrischiarmi nel fare una lista di nomi, lo so che dimenticherei necessariamente qualcuno il quale potrebbe risentirsi un pò, desidero semplicemente fare una carrellata veloce di chi potremo aiutare grazie a voi che ci avete aiutato. Da Padova, Saonara, Bologna, Trento, Vicenza, Milano... sentitevi tutti inclusi dentro questo grande grazie che voglio esprimere a nome dei molti che ne benficieranno. Voi non potrete purtroppo vederne in diretta i volti ed i sorrisi ma vi assicuro che è stato e continuerà ad essere un bello spettacolo. 
 Essi sono innanzitutto il foyer di mamme e ragazze con la scuola di taglio e cucito, grazie alle tante macchine da cucire e al materiale tessile di stoffe e filo; i giovani della scuola di informatica con i quasi nuovi ma efficienti computer arrivatici;
La scuola di informatica


 i pazienti dell’ospedale e gli infermieri, grazie ai medicinali e al nuovo ecografo, anche se non sappiamo ancora quando lo installeremo poichè il dottore che avevamo è stato trasferito e uno nuovo non è ancora arrivato; l’avanzamento rapido delle costruzioni e delle coltivazioni agricole grazie al potente trattore e ai suoi atrezzi (rimorchio, livellatrice, sterpatore, braccio di sollevamento); le equipes di muratori con il materiale appropriato; le squadre di calcio con i palloni e le mute; gli studenti ed i maestri con l’abbondante materiale scolastico e le ancora validissime macchinie da scrivere; i presbiti con gli indispensabili occhiali da lettura e gli “albini” con gli occhiali da sole protettivi contro le radiazioni solari;

L'atelier di taglio e cucito
 le celebrazioni liturgiche con i materiali necessari ed in modo particolare la motocicletta per raggiungere i vari villaggi e l’amplificatore da esterno; la nostra cucina con la nuova stufa a legna, stoviglie varie, la macchina per il pane e tutta l’installazione per avere l’acqua dal pozzo (pompa a pannelli solari)... la nostra salute fisica ne beneficierà abbonndantemente; il gruppo degli scouts con gli stemmi e le uniformi; il piccolo garage e la falegnameria con materiale di buona qualità ed introvabile nella nostra zona, in modo particolare  il caricabatterie, la saldatrice da applicare al trattore ed altri utensili... Il grazie vi giunga infine da tutti i cristiani di Babonde poichè il vostro aiuto rende possibile alla nostra comunità di essere presente, attiva, concreta nell’aiuto, solidale: un segno di fraternità e di benedizione. Un abbraccio a tutti.