Il mese di settembre aveva segnato l’inizio del nuovo anno scolare sotto l’egida del nuovo Presidente della Repubblica Felix Tshisekedi, con le regolari iscrizioni degli allievi ed il pagamento delle quote richieste. Elemento quest’ultimo che impedisce ad un buon 50% della popolazione in età scolare d’accedere all’istruzione elementare poichè le famiglie sono nell’impossibilità di pagare le quote mensili richieste per la piccola ricompensa da offrire ai volenterosi insegnanti. Questi ultimi, viste le magre ed intermittenti ricompense che i genitori riescono a garantire, sono spesso persone che mancano dei titoli e della formazione necessaria per insegnare e che riducono di volta in volta l’efficacia e la qualità dell’insegnamento offerto.
Nel mese di ottobre, tra le ovazioni, il Presidente
dichiara solennelmente la “gratuità” della scuola primaria e dei primi due anni
della secondaria per i plessi scolari che sono sostenuti dalla Stato,
all’incirca un solo piccolo 25% di tutte le scuole esistenti, a causa della
mancanza di fondi statali, insufficienti a pagare i salari di tutti gli
insegnanti e professori. I soldi raccolti per le iscrizioni nel mese di
settembre sono allora restituiti ai genitori.

Una “prima”, un avvenimento inedito, mai visto nella Repubblica democratica del Congo. I genitori ora si affrettano a togliere i loro bimbi dalle scuole non ufficiali dove ancora è richiesto il pagamento dell’iscrizione e le mensualità per gli insegnanti, per introdurli in quelle scuole che appartengono al ristretto 25% sostenuto dallo Stato. Numerosi di quegli altri bimbi che stagnano nei villaggi e che sono da tempo destinati all’analfabetismo vedono finalmente aprirsi una possibilità di accesso alla scuola e si riversano in massa in quegli stessi plessi scolari. Il numero degli iscritti ora deborda eccedente e gli ispettori concedono ai Direttori la facoltà di accogliere ed introdurre nella stessa classe fino ad un numero di 120 allievi quando precedentemente il regolamento prevedeva un massimo di 55 allievi.
Una “prima”, un avvenimento inedito, mai visto nella Repubblica democratica del Congo. I genitori ora si affrettano a togliere i loro bimbi dalle scuole non ufficiali dove ancora è richiesto il pagamento dell’iscrizione e le mensualità per gli insegnanti, per introdurli in quelle scuole che appartengono al ristretto 25% sostenuto dallo Stato. Numerosi di quegli altri bimbi che stagnano nei villaggi e che sono da tempo destinati all’analfabetismo vedono finalmente aprirsi una possibilità di accesso alla scuola e si riversano in massa in quegli stessi plessi scolari. Il numero degli iscritti ora deborda eccedente e gli ispettori concedono ai Direttori la facoltà di accogliere ed introdurre nella stessa classe fino ad un numero di 120 allievi quando precedentemente il regolamento prevedeva un massimo di 55 allievi.
Gratuità alla congolese?
Ipocrisia dei governanti che pretendono farsi belli di fronte alla popolazione con promesse impossibili a realizzare?
Strategia e politica scolare per affossare le numerose scuole indipendenti?
Leggerezza nel prendere le decisioni ed incapacità di calcolo programmatico circa le risorse necessarie da assegnare? “Siamo alle solite Calimero”.
Hangar alla Scuola "Pigmei Gbonzunzu" |