giovedì 2 gennaio 2020

Gratuità alla congolese


Il mese di settembre aveva segnato l’inizio del nuovo anno scolare sotto l’egida del nuovo Presidente della Repubblica Felix Tshisekedi, con le regolari iscrizioni degli allievi ed il pagamento delle quote richieste. Elemento quest’ultimo che impedisce ad un buon 50% della popolazione in età scolare d’accedere all’istruzione elementare poichè le famiglie sono nell’impossibilità di pagare le quote mensili richieste per la piccola ricompensa da offrire ai volenterosi insegnanti. Questi ultimi, viste le magre ed intermittenti ricompense che i genitori riescono a garantire, sono spesso persone che mancano dei titoli e della formazione necessaria per insegnare e che riducono di volta in volta l’efficacia e la qualità dell’insegnamento offerto.  


Nel mese di ottobre, tra le ovazioni, il Presidente dichiara solennelmente la “gratuità” della scuola primaria e dei primi due anni della secondaria per i plessi scolari che sono sostenuti dalla Stato, all’incirca un solo piccolo 25% di tutte le scuole esistenti, a causa della mancanza di fondi statali, insufficienti a pagare i salari di tutti gli insegnanti e professori. I soldi raccolti per le iscrizioni nel mese di settembre sono allora restituiti ai genitori. 


Una “prima”, un avvenimento inedito, mai visto nella Repubblica democratica del Congo. I genitori ora si affrettano a togliere i loro bimbi dalle scuole non ufficiali dove ancora è richiesto il pagamento dell’iscrizione e le mensualità per gli insegnanti, per introdurli in quelle scuole che appartengono al ristretto 25% sostenuto dallo Stato. Numerosi di quegli altri bimbi che stagnano nei villaggi e che sono da tempo destinati all’analfabetismo vedono finalmente aprirsi una possibilità di accesso alla scuola e si riversano in massa in quegli stessi plessi scolari. Il numero degli iscritti ora deborda eccedente e gli ispettori concedono ai Direttori la facoltà di accogliere ed introdurre nella stessa classe fino ad un numero di 120 allievi quando precedentemente il regolamento prevedeva un massimo di 55 allievi.

Le classi spesso fatiscenti, prive di banchi, non riescono a contenere un numero così elevato di alunni, l’insegnante è sopraffatto dal disordine e dal vociare di una scolaresca troppo numerosa, non ha spazio per circolare all’interno della sala, la sua voce non può raggiungere efficacemente tutti. I direttori si vedono costretti a costruire in fretta e furia degli hangar di canne di bambù e frasche per riparare dal sole ardente i nuovi arrivati. Molte delle scuole dette “dei Genitori” e di tutte le altre non finanziate è costretta a chiudere per mancanza di allievi, altre arrancano con un numero insufficiente di iscritti.


Appena qualche settimana dopo l’annuncio folgorante della “benedetta” gratuità è smentito per i primi due anni della scuola secondaria, creando confusione e disordine. I soldi prima raccolti, poi restituiti devono infine rientrare nelle casse dell’amministrazione scolare per regolarizzare l’iscrizione al nuovo anno 2019/2020.
Alla scuola primaria succede che nell’impossibilità largamente prevedibile di poter insegnare qualcosa a scolaresche troppo numerose, i direttori si vedono costretti a sdoppiare o triplicare le classi assumendo dei nuovi insegnanti, che non pagati dallo Stato devono nuovamente domandare ai genitori un sostegno economico. I ragazzi che non pagheranno saranno rispediti a casa per cercare la somma richiesta, rientrando così al sistema precedente e all’abbandono scolare di numerosi allievi.

Gratuità alla congolese? 
Ipocrisia dei governanti che pretendono farsi belli di fronte alla popolazione con promesse impossibili a realizzare? 
Strategia e politica scolare per affossare le numerose scuole indipendenti? 
Leggerezza nel prendere le decisioni ed incapacità di calcolo programmatico circa le risorse necessarie da assegnare? “Siamo alle solite Calimero”.

Hangar alla Scuola "Pigmei Gbonzunzu"



Istituto secondario "Zatua"
Embrione di atelier di falegnameria all'Istituto secondario "Zatua"