In questi giorni un piccolo soffio di internazionalità a
Babonde e precisamente nella nostra comunità, siamo
infatti in buona compagnia
di nuove presenze e questo ci fa un sacco di bene, restare insieme scambiarci
le esperienze e le preoccupazioni. Da oramai due mesi vive assieme a noi il
dottor Samuele, nuovo arrivo a Babonde, in attesa che la sua abitazione,
fornita dall’ospedale, venga sistemata
(aveva subito una specie di saccheggio quando l’equipe di Medici senza frontiere
aveva terminato la missione). E’ il suo primo impegno come responsabile di un
ospedale, con appena due anni di lavoro sul campo, ma l’esperienza accumulata è
già abbondante è può beneficiare di numerosi contatti con altri ospedali e
qualche medico europeo o americano che in altri ospedali della zona (trenta o qualche
centinaio di chilometri di distanza) si rende disponibile per qualche periodo
di volontariato e per un prezioso passaggio di nozioni. Non è cattolico, ma
cristiano protestante e le missioni protestanti di Nebobongo, Nyakunde, Bunia ...
già da tempo hanno avviato questa importante collaborazione/gemellaggio tra
ospedali e medici specialisti. Possono inoltre benficiare di una rete di
piccoli aereoporti (piste di atterraggio e decollaggio su erba) e di una
compagnia aerea missionaria, la MAF, che a partire da Kampala può arrivare
rapidamente anche in luoghi piuttosto sperduti con piccoli aerei di una
quindicina di posti.
In questi giorni siamo insieme al diacono Michel Mapoto,
originario di un villaggio a pochissimi chilometri da Babonde, che tra due
settimane sarà ordinato prete diocesano a Wamba assieme ad un altro confratello.
Siamo infine insieme al giovane Sein Pyo, originario di Seul, Corea del Sud,
che attraverso intricate amicizie è arrivato fino a Babonde per una visita di
conoscenza in attesa di partire per gli Stati Uniti e gli studi di medicina.
Lui ed il dottor Samuele hanno una comune amicizia nella piccola compagnia
aerea di cui scrivevo sopra, e fortuna/provvidenza ha voluto che il responsabile
di questa compagnia possa sostenere i suoi studi e permettergli un viaggio in
Africa.
La lingua in questi giorni era l’inglese, io naturalmente
ero il più zoppicante al confronto con il Coreano, il nostro confratello Jean
Pierre (che ha studiato in Africa del Sud), il diacono che tra l’altro è
insegnate di inglese nelle scuole superiori ed il dottore. Ho ascoltato molto e
parlato poco, ma non è stata una brutta cosa. La gente del posto ci ha chiesto
quando avremo ancora dei bianchi come l’amico coreano con gli occhi strani...
Ho risposto che non sarà semplice vedere dei bianchi originari dell’asia, ma
non impossibile visto che già in questi giorni questa eventualità si è
realizzata, magari dei bianchi di altra provenienza sarà più facile. E’ un invito
appena velato per chi ci legge e volesse vedere Babonde non solo in foto. Ciao.