martedì 8 aprile 2014

Progresso e... progresso


In questi giorni c’è una grande novità a Babonde, un nuovo gestore di rete telefonica ha piantato la sua antenna proprio qui nel centro del nostro villaggio, è il servizioVodacom. Una piccola antenna di diciotto metri all’incirca, il raggio d’azione sarà di un paio di chilometri, alimentata a pannelli solari e batterie. Nei giorni di pioggia l’autonomia  sarà limitata e la notte ugualmente, ma è una rivoluzione poichè in questo raggio d’azione potremo circolare con il telefono ed essere raggiungibili. Fino ad oggi per chiamare con l’unico gestore attivo grazie ad una lunga antenna piantata ad Ibambi, ad una ventina di chilometri, occorreva cercare il luogo esatto dove il segnale poteva essere presente, a macchia di leopardo: in giardino, sotto una pianta, in mezzo alla strada... Adesso il segnale potrà essere presente in casa, in stanza, in Chiesa (purtroppo). Non so se si potrà semplicemente essere contenti o avere anche qualche rimpianto: suonerà anche quando stai mangiando, parlando con una persona, quando sei in riunione. Qui non siamo ancora abituati a tutto questo. In compenso se qualcuno ha bisogno di chiamarci dall’esterno saremo finalmente rintracciabili e questa è senz’altro una buona cosa. In questi stessi giorni stiamo utilizzando una piccola “sgranatrice”  a mano per il maïs (granoturco), è da tempo che ci è arrivata con l’ultimo container ma sono pochi coloro che ne fanno uso in quanto la cultura del maïs non è entrata nelle abitudini alimentari della nostra popolazione, e le dolenti note della mancanza di strade per evacuare i prodotti in altre zone e della mancanza di un minimo di meccanizzazione nell’agricolutura, fanno si che non lo si coltivi come si potrebbe, vista la facilità e la fertilità del terreno. 

Metto insieme i due avvenimenti di questi giorni per dire che “c’è progresso e progresso”! Da un lato a passi di gigante avviciniamo tecnologie sofisticate che domandano conoscenze tecniche di elettrica ed elettronica, di comunicazioni digitali e satellitari, di apparecchiature delicate e complicate: gli abitanti di Babonde conoscono il telefono portatile, senza aver mai conosciuto quello fisso, conoscono l’antenna parabolica senza aver mai visto quella normale o un cavo per trasmissioni, conoscono la carta memoria per immagazzinare dati, foto e musiche senza aver mai visto una biblioteca. Dall’altro lato per altri settori il progresso stenta a costruirsi o letteralmente non esiste: quasi nessuna meccanizzazione nell’agricoltura e nella trasformazione degli alimenti, nessun farmaco per gli animali dei piccoli allevamenti domestici, nessuna evoluzione nella tecnica di costruzione delle abitazioni e dei servizi elementari di acqua, luce, igiene...
La zappa ed il telefono vanno insieme, il mortaio per pulire il riso e i pannelli solari, il torchio a mano per l’olio di palma e le motociclette fabbricate in Cina a migliaia di chilometri di distanza.

Importiamo il progresso degli altri e che gli altri ci possono vendere ma sembra difficile identificare un progresso endogeno, che nasce dall’interno e che risponda a bisogni più elementari, di tutti, e che modifichi nel meglio le condizioni di vita. C’è progresso e progresso. Tuttavia, pur nel disequilibrio esistente accettiamo con gioia tutto quanto ci permette di uscire dall’isolamento e di renderci gli uni più vicini agli altri. Già, se volete chiamarmi il numero telefonico del nuovo servizio Vodacom è il seguente:  00243823519375. L’altro (servizio Airtel) rimane comunque in funzione e attivo:  00243994025142.

Il Centro di Babonde visto dall'alto dell'antenna

Un quartiere del Centro di Babonde visto dall'alto