martedì 1 settembre 2015

Omaggio a p. Antonio e “lavoretti”.

Qualche piccola notizia dei nostri passatempi in lavori manuali, tra una occupazione e l’altra nella “cura” dei numerosi villaggi ed impegni pastorali, ma soprattutto vorrei qui rendere omaggio al caro p. Antonio Capitanio che ci ha lasciati nel mese scorso in seguito ad un ictus. 

Padre Antonio ci aveva fatto visita a Babonde qualche anno fa assimeme agli amici Gianni Lupi e Adolfo Bondi e con loro avevamo realizzato la costruzione di un’aula scolastica per i bimbi della scuola elementare di Babonde. Padre Antonio, con capacità di rabdomante, aveva individuato il luogo dove scavare il pozzo ed in seguito, con l’aiuto degli amici di Castiglione dei Pepoli, ci aveva fornito la pompa solare ed i pannelli per far rimontare l’acqua, assieme al tubo flessibile per distribuirla nei differenti punti della missione.  Nonostante l’età ed i suoi acciacchi p. Antonio è stato in mezzo a noi un esempio di giovinezza e di entusiasmo, di gratuità e di semplicità. Non sono molti coloro che hanno avuto il coraggio di arrivare fin qui a Babonde e p. Antonio  è stato il primo dopo diversi anni.
“L’abero piantato lungo i corsi d’acqua nella sua vecchiaia produce ancora frutti”, e p. Antonio continuava ad animare con passione soprattutto a favore delle missioni e di piccoli progetti di sviluppo, per migliorare le condizioni di vita di fratelli sconosciuti e lontani ma amati.

Dopo la notizia della sua morte mi sono sentito in dovere di completare in fretta quel progetto che continuava ad essere rinviato a causa del sopravvenire di altre urgenze.
Non siamo riusciti a realizzare il castello d’acqua con una struttura di cemento armato come previsto, a causa dei costi e dell’inesperienza, ma con i falegnami abbiamo costruito qualcosa in legno che potrà servire e durare almeno nel medio periodo.  Già da alcuni anni beneficiamo dell’acqua del pozzo, soprattutto in stagione secca, potabile e buona da bere, anche se non ne abbiamo fatto alcuna analisi, ma con un metodo empirico, l’abbiamo bevuta e, visto che non provocava disturbi e disodrini nel basso ventre, ne abbiamo ricavato la conclusione che è di buona qualità.

  


Grazie ancora p. Antonio, per l’Eucaristia celebrata, per l’amicizia disinteressata, per la simpatia per la dedizione nonostante il peso del corpo che invecchiava.

Aggiungo un’altra piccola curiosità che si può visitare a Babonde, ossia il nostro “nuovo” gruppo elettrogeno. Con i meccanici abbiamo risistemato un vecchio Lister, che in principio era un gruppo elettrogeno fisso, per renderlo mobile e servircene nei lavori in cantiere, soprattutto nella costruzione della scuola per realizzarne la carpenteria.  Il tubo di scappamento sembra la canna di un grosso fucile di altri tempi, con una fuoriuscita di fumi che farebbero inorridire gli ambientalisti... speriamo di non inquinare troppo la foresta equatoriale che abitiamo nel più profondo. Crediamo che la nostra “impronta ecologica” sia davvero piccola e sia compensata da un’enormità di verde che ci circonda. Il carrello che lo trasporta è una vecchia taglia erba riadattata e rinforzata. L’accensione  a manovella, sul modello dell’accensione delle prime automobili con motore a scoppio. L’effetto è un pò strano ma efficace e sono molti i passanti che si fermano a gardare ammirati. Visti gli anni di servizio del vecchio Lister non crediamo durerà molto ma, come dicevamo sopra, talvolta ciò che è anziano riserva sorprese inaspettate.