
Padre Antonio ci aveva fatto visita a Babonde qualche anno fa assimeme agli
amici Gianni Lupi e Adolfo Bondi e con loro avevamo realizzato la costruzione
di un’aula scolastica per i bimbi della scuola elementare di Babonde. Padre
Antonio, con capacità di rabdomante, aveva individuato il luogo dove scavare il
pozzo ed in seguito, con l’aiuto degli amici di Castiglione dei Pepoli, ci
aveva fornito la pompa solare ed i pannelli per far rimontare l’acqua, assieme
al tubo flessibile per distribuirla nei differenti punti della missione. Nonostante l’età ed i suoi acciacchi p.
Antonio è stato in mezzo a noi un esempio di giovinezza e di entusiasmo, di
gratuità e di semplicità. Non sono molti coloro che hanno avuto il coraggio di
arrivare fin qui a Babonde e p. Antonio
è stato il primo dopo diversi anni.
“L’abero
piantato lungo i corsi d’acqua nella sua vecchiaia produce ancora frutti”, e p. Antonio continuava ad animare con passione soprattutto a favore
delle missioni e di piccoli progetti di sviluppo, per migliorare le condizioni
di vita di fratelli sconosciuti e lontani ma amati.
Dopo la notizia della sua morte mi sono sentito in dovere di completare in fretta quel progetto che continuava ad essere rinviato a causa del sopravvenire di altre urgenze.

Non siamo riusciti a realizzare il castello d’acqua con una struttura di cemento armato come previsto, a causa dei costi e dell’inesperienza, ma con i falegnami abbiamo costruito qualcosa in legno che potrà servire e durare almeno nel medio periodo. Già da alcuni anni beneficiamo dell’acqua del pozzo, soprattutto in stagione secca, potabile e buona da bere, anche se non ne abbiamo fatto alcuna analisi, ma con un metodo empirico, l’abbiamo bevuta e, visto che non provocava disturbi e disodrini nel basso ventre, ne abbiamo ricavato la conclusione che è di buona qualità.
Grazie ancora p. Antonio, per l’Eucaristia
celebrata, per l’amicizia disinteressata, per la simpatia per la dedizione
nonostante il peso del corpo che invecchiava.