giovedì 13 febbraio 2014

Natale nel Conflitto

Che valore può avere un augurio di Buon Natale a distanza oramai di una manciata di settimane? Qualcuno afferma che il tempo scorre veloce e divora ogni cosa gettando tutto nell'oblio.
Al contrario trovare il tempo di guardare indietro permette di assaporare qualcosa di nuovo.
A Babonde il Natale trascorso è stato costellato di tensioni e conflitti a causa di una lotta in corso per la gestione del potere tradizionale. I villaggi divisi in gruppi (groupements) hanno dei capi tradizionali che appartengono alla famiglia regnante. Alla morte di qualcuno di questi capi la scelta del nuovo comporta talvolta discussioni e conflitti all'interno delle differenti località e famiglie. L’occasione dell’elezione di un capo contrastato ha messo a confronto due opposti gruppi fino a bloccare le strade, le traversate dei piccoli fiumi con la piroga, l’accesso degli studenti alle scuole localizzate nell'uno o l’altro villaggio, il sequestro di beni, le minacce e le percosse... fino al confronto aperto con frecce, lance, machete e qualche fucile da caccia.
In questi anni non ho mai visto nulla di simile a Babonde, sorpreso di vedere come gli antichi rancori possano così rapidamente ridestarsi ed infiammare gli animi, sorpreso di vedere come la memoria possa così facilmente cancellare gli anni recenti di convivenza ed andare a scovare i cadaveri sepolti da oramai una cinquantina d’anni. Sorpreso di vedere come pochi leader, pochi cosiddetti “saggi”, pochi agitatori possano mettere in difficoltà tutta una comunità.
Nel tempo che precede il Natale si legge “Il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce, su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata”. E’ stata la nostra preghiera e la nostra supplica. Il popolo preso da spirito di vendetta, senza luoghi di confronto e di discussione, lasciato a se stesso nel risolvere conflitti che se guardati da vicino sono di importanza limitata, è un popolo che rischia di viaggiare nelle tenebre. Il “Principe della pace” non si stancherà di donarci la sua buona notizia, di mansuetudine e di fraternità. Dimenticare la comune paternità di Dio per cominciare a vedere nel fratello un nemico sarà il più grande peccato di cui chiedere perdono in questi giorni. Come gli uccelli notturni, come la sentinella occorrerà scrutare bene nella notte.