martedì 18 febbraio 2014

Dialogo di comunità


Finalmente le autorità si sono mosse in forza e all'unisono per aiutare la popolazione di Babonde, la chefferie dei Balika-Toriko: il vice governatore della regione, il capo della polizia, gli uomini politici nazionali e regionali, le autorità tradizionali locali, tutti hanno accettato di sedersi per due giorni di dialogo, per vedere da vicino la brace che accende fuochi divenuti troppo pericolosi.

La sede è stata discussa a lungo in quanto occorreva un luogo neutro che facesse sentire tutte le parti al sicuro e non minacciate. Alla fine è stata individuata la grande sala della parrocchia per le duecento persone che hanno potuto entrarvi (una grande maggioranza di persone è rimasta fuori, impossibilitata a vedere ma soddisfatta nel sentire) ed è stata scelta la nostra abitazione per ospitare le autorità venute da lontano per ascoltare e mediare le differenti fazioni. Anche il “capo ribelle” alla fine ha accettato di presentarsi e di partecipare alle discussioni. Il nocciolo del problema: la rivendicazione del potere tradizionale della chefferie passato di mano in mano, e la divisione della stessa in due parti. Le autorità competenti hanno promesso di ripresentarsi a breve per far conoscere la legge che regola questo tipo di conflitti e cercare una soluzione che passa secondo il diritto e non secondo la forza delle armi o delle rivendicazioni di strada. Tutti sono stati d’accordo nel rifiutare le violenze, i furti, le intimidazioni le minacce e le percosse che nulla hanno a che vedere con il nocciolo del problema, ma che al contrario ne allontanano la soluzione distorcendolo e trasformandolo in un problema di ordine pubblico.
La commissione della Società Civile ha diretto i lavori ed ha stilato un documento finale promettendo la creazione di una commissione per accompagnare l’applicazione delle risoluzioni. Tutto si è concluso con una serie di strette di mano pacificatrici e riconciliatrici. Alla soddisfazione finale di tutti si è aggiunta l’impressione di aver concluso troppo in fretta la discussione di un problema che ha radici profonde e di non aver rasserenato veramente gli animi, se non superficialmente, seguendo lo stretto calendario dettato dagli impegni molteplici degli uomini politici. La presenza sul posto del capo della chefferie per un lungo periodo (cosa non abituale poiché assente a causa di altri impegni politici) e la costituzione di un comitato di accompagnamento potrà vegliare sull’evoluzione positiva delle proposizioni fatte, almeno così speriamo.






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