Nel gergo della chiesa quando si parla di “Pastorale” si
intende l’attività che punta a far crescere la fede delle persone, ad incoraggiarle
alla vita della comunità cristiana, a conoscere la parola di Dio, ad impegnarsi
per il bene e per la trasformazione in bene di questo nostro mondo.
Sull’esempio di un pastore che ha cura del suo gregge e soprattutto
sull’esempio di Cristo che ha cura dell’umanità, la chiesa nella sua attività
“pastorale” si cura di una comunità di uomini e donne che gli è affidata.
Ebbene anche la missione di Babonde, nonostante e attraverso i tanti piccoli progetti di sviluppo sociale, di educazione e di aiuto è impegnata in modo prioritario nell’attività pastorale per far crescere il “Regno di Dio nelle anime e nella società”: un’altra espressione in gergo che significa promuovere tutto ciò che ci fa vivere come uomini e nello stesso tempo come figli di Dio, secondo il pensiero di Dio, secondo quanto può aver pensato per noi, sia a livello personale, interiore, sia al livello comunitario, sociale, visibile e concreto.
Sta all’uomo prepararsi a ricevere... sta a Dio fare il suo
dono, i suoi doni. Il dono dello Spirito non è tra i più piccoli, anzi e i
frutti attesi sono molti: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà,
fedeltà, mitezza, dominio di sé... La celebrazione dell’Effusione dello Spirito
ha suggellato la fine della preparazione e l’attesa del dono. Sappiamo che le
realtà della fede sono spesso impalpabili ed invisibili agli occhi ma sappiamo anche che
dai frutti prodotti sapremo riconoscere la mano di Dio all’opera negli uomini.