venerdì 2 dicembre 2016

MORENA 3

Sappiamo che non è facile arrivare a Babonde a causa delle incertezze politiche di questi giorni, dei voli aerei e delle corrispondenze interne non sempre affidabili al cento per cento, ed infine a causa delle strade di foresta quasi inesistenti. C’è allora da meravigliarsi nel poter accogliere ancora una volta maman Morena qui tra noi, frizzante, serena  e gioiosa che senza badare alle voci contrarie batte tutti i record di presenza di questi ultimi anni. Non credo sia mai capitato che qualcuno dall’Europa sia arrivato qui così tante volte in così poco tempo.
E’ qui per il Talita Kum, per l’amore che ha per i nostri bimbi malnutriti, per questo popolo, per la semplicità della vita quotidiana in foresta. Le molte cose che qui mancano, rispetto ad una vita europea, non pesano. Altri aspetti prendono loro il primo posto. La ripetitività del cibo lascia lo spazio alla conversazione. La fatica degli spostamenti in moto genera un sonoro e prolungato sonno. L’energia spesa negli incontri con persone e situazioni sempre nuove ed esigenti domanda la ricarica della riflessione e della preghiera.
C’è una specie di vuoto di cose, delle tante cose delle abitazioni occidentali, ma una reale e contrapposta pienezza di persone e di storie. Per la grande maggioranza sono storie di problemi e di fatiche, di sofferenze e di speranze, comunque storie vere, non fictions, che richiedono attenzione, ascolto ed una parola di incoraggiamento, un gesto concreto di aiuto. Visitiamo l’ospedale, e la scuola, gli accampamenti dei pigmei. Andiamo nei diversi villaggi ad incontrare e pregare con le vivaci comunità cristiane.
Ci inoltiamo dove giovani uomini con sforzi titanici scavano per cercare l’oro. Salutiamo chi,  fionda alla mano si contende con piccoli ma affamati uccelli il raccolto stagionale del riso. Per Morena penso sia un insieme di immagini, di sensazioni forti, di lacrime nascoste e scoppio di risa. 
Per la gente di Babonde Morena è il segno concreto di una solidarietà reale fatta di tante mani e di tanti cuori. E’ la traduzione di quell’espressione inglese famosa “I care”, io mi interesso, io mi preoccupo, io mi prendo cura. Nel mare di indifferenza e della mancanza di tempo ecco che si può trovare il tempo per...  Nella moltitudine delle piccole e a volte inutili cose da fare, al posto di rispondere ‘spallucce’ ed invece che dire ‘ne ho già abbastanza dei miei problemi’, è geniale trovare la forza di farsi carico di qualcuno, dei problemi degli altri. Era questo l’anno della Misericordia. L’anno è terminato ma siamo stati invitati a non chiudere definitivamente quella porta che ci apre la strada verso il povero. Avendo misericordia di lui faremo un grande regalo a noi stessi che pure abbiamo già beneficiato ed ancora abbiamo bisogno di uno sgurado di misericordia su di noi.  Forse è questo il segreto di Morena 3. Grazie per la tua presenza qui tra noi.