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Alla Parrocchia di Chirago - Butembo - RDC. |
E’ oramai notte, e già da qualche ora funzioniamo alla luce
della batteria, ed è in questo momento che rifletto sulla fine della giornata
di oggi, le celebrazioni a Gbunzunzu e a Fungula, due villaggi della nostra
vasta parrocchia, e la giornata di preghiera per le missioni che si è celebrata
dappertutto nel mondo intero all’interno delle comunità cristiane e da noi
ugualmente. Non volevo chiudere questa giornata senza dare un piccolo segno di
vita. Si leggeva oggi che la forza della missione è espressione di una comunità
matura, che sa essere feconda, non solo all’interno della propria porzione di
territorio, ma anche altrove, fino agli estremi confini...
Ora tutti noi sappiamo che di confini ne abbiamo molti, non
solo quelli geografici e di "confini estremi" pure ne abbiamo molti:
le parti più nascoste del nostro spirito; i fratelli in
umanità che ci sono accanto ma che non abbiamo mai visto oppure non abbiamo mai
considerato come tali; i cosiddetti “perduti” per le più disparate ragioni,
oramai alla perifera della società, le “boccie perse”; coloro che non si sono
mai integrati o non si sentono “dentro” assieme agli altri; coloro che non sono
dei “nostri” e coloro che vengono da altrove... sono solo alcuni dei tanti
“confini”.

Mi considero un fortunato per poter essere al servizio del
Vangelo in un luogo lontano dalle “mie terre”, vicino ad uno dei tanti confini
del mondo, ma penso che possiamo condividere questa fortuna visto che, appunto,
i “confini estremi” sono molti e variegati e a tutti è dato di oltrepassarli,
nella sincerità verso il più profondo di se stessi che è allo stesso tempo
sincerità di fronte a Dio creatore . A tutti noi allora buona festa della
missione ricca di autenticità, di coraggio e di aperture.