domenica 11 novembre 2012

Non c’è due senza tre


 Da alcuni mesi ad Isiro, un’ottantina di chilomentri da qui è scoppiata l’emergenza Ebola, per fortuna subito individuata e affrontata con tutti i mezzi possibili, quelli locali e quelli della strutture internazionali. L’associazione di “Medici Senza Frontiere” è riapparsa con una missione ad hoc, l’avevamo avuta dalle nostre parti qualche anno fa per l’emergenza colera. L’infezione di Ebola non si è propagata, i morti sono stati una ventina, siamo ancora sotto “allarme” ma in una forma semplicemente cautelativa e prudenziale poichè da diverse settimane non si sono manifestati nuovi casi. A partire dal mese di maggio avevamo subito quella che potremo chiamare una “epidemia” di malaria associata ad altri problemi intestinali che ha portato alla morte di quasi un migliaio di bambini nel nostro distretto sanitario, a partire da Pawa, Nebobongo, Ibambi e Babonde.
 “Medici Senza Frontiere” si è allora installato a Nebobongo, a circa 30 chilometri con una seconda missione. L’emergenza malaria è finalmente diminuita, anche se la sua presenza è endemica ed il problema rimane ma è tuttavia rientrato nei limiti della normalità, se si può chiamare normale il fatto che pochissimi fino ad oggi si siano dati la pena di ricercare un qualche vaccino risolutivo, ammesso che si possa trovare.
Il fatto che gli infermieri abbiano potuto visitare i bimbi talvolta casa per casa ha fatto emergere un altro problema che peraltro conosciamo benissimo, quello della malnutrizione grave, capace di condurre alla morte o a danni irreparabili del fisico o della mente dei bambini:. Ecco allora una terza missione di “Medici Senza Frontiere” stavolta proprio a Babonde.
 Sono arrivati da circa tre settimane e si sono accampati nel locale ospedale che conserva qualche padiglione inutilizzato, dedicato un tempo ai numerosissimi malati di tubercolosi. Ci aiuteranno nel lavoro del nostro Talita Kum il piccolo centro nutrizionale che funziona oramai da due anni con il sostegno dei benefattori. Certo il paragone non è possibile tra la nostra realtà e la loro, per quanto riguarda il personale impiegato (sei persone provenienti dall’europa ed una trentina di congolesi), i mezzi a disposizione, finanziari e logistici e la professionalità dell’intervento. Secondo le loro abitudini una missione sanitaria non dura normalmente più di tre mesi, ma cercheremo di fare tesoro della loro esperienza e delle loro conoscenze, ci permetterà di essere più incisivi ed efficaci in seguito.
 Medici Senza Frontiere prende in cura i bimbi da 0 a 5 anni, il lavoro non mancherà quindi per il Talita Kum che continua a sostenere in media una settantina di persone in questo periodo. Da parte mia una piacevole sorpresa poter incontrare a Babonde tre francesi, una svizzera che parla un discreto italiano, un australiano, uno spagnolo... non capita tutti i giorni poter condividere il colore della pelle e non solo. Già da venerdì sono all’opera ed i casi gravi non mancano, non mancheranno neanche i frutti positivi del loro passaggio a Babonde.