Ci risiamo con l’epidemia di malaria. Una
stagione secca intensa e prolungata e non sappiamo quale altro fattore generante,
hanno innescato anche quest’anno una crisi acuta sul piano sanitario ed in modo
particolare per quanto riguarda i bambini. Che di malaria si possa morire e si
muoia è un dato di fatto risaputo ma purtroppo ne hanno fatto le spese qualche
centinaio di bimbi, e a tutt’oggi all’interno di un raggio di cinquanta
chilomentri possiamo contare quasi un migliaio di giovani vite falciate.
Nel lasso di tempo di uno o due giorni dal
manifestarsi dei primi sintomi della malattia ogni cura si rivela insufficiente
se non con farmaci di nuova generazione e con cure intensive inesistenti nelle
nostre strutture.
Anche le cure di base talvolta sono economicamente irrangiungibili per una gran parte della popolazione.
Si sono così moltiplicati i lutti nel reparto di pediatria e gli infermieri si sono ritrovati impotenti di fronte all’ampiezza dell’epidemia.
Bimbi provienienti da tutti i villaggi sono stati accomodati su stuoie gettate per terra poichè i letti non erano sufficienti, in attesa di consultazione e di cure. Proprio in questo periodo la nostra falegnameria con l'aiuto di Alessandro di Bologna e di alcuni suoi amici di famiglia stava producendo una decina di letti per l'ospedale.
Le autorità mediche allertate hanno avuto una pronta risposta positiva da parte di Medici Senza Frontiere che hanno oramai un ufficio operativo stabile nella città di Isiro ed hanno così potuto reagire con una certa rapidità. Sono stati organizzati dei centri di cura intensiva nelle Zone de Santé (le nostre USL in Italia) o centri sanitari di Boma Mangbwetu e Pawa, all’interno del quale anche Babonde si trova. Viste poi le distanze e le difficoltà di trasferire i malati in condizioni gravi su strade dissestate su di una distanza di più di 50 chilometri, alla fine i responsabili di MSF hanno accettato di stabilirsi anche a Babonde, nel nostro ospedale.
Anche le cure di base talvolta sono economicamente irrangiungibili per una gran parte della popolazione.
Si sono così moltiplicati i lutti nel reparto di pediatria e gli infermieri si sono ritrovati impotenti di fronte all’ampiezza dell’epidemia.
Bimbi provienienti da tutti i villaggi sono stati accomodati su stuoie gettate per terra poichè i letti non erano sufficienti, in attesa di consultazione e di cure. Proprio in questo periodo la nostra falegnameria con l'aiuto di Alessandro di Bologna e di alcuni suoi amici di famiglia stava producendo una decina di letti per l'ospedale.
Le autorità mediche allertate hanno avuto una pronta risposta positiva da parte di Medici Senza Frontiere che hanno oramai un ufficio operativo stabile nella città di Isiro ed hanno così potuto reagire con una certa rapidità. Sono stati organizzati dei centri di cura intensiva nelle Zone de Santé (le nostre USL in Italia) o centri sanitari di Boma Mangbwetu e Pawa, all’interno del quale anche Babonde si trova. Viste poi le distanze e le difficoltà di trasferire i malati in condizioni gravi su strade dissestate su di una distanza di più di 50 chilometri, alla fine i responsabili di MSF hanno accettato di stabilirsi anche a Babonde, nel nostro ospedale.
Li abbiamo ospitati alla missione il tempo necessario di approntare il loro campo d’urgenza e dopo quasi un mese dal loro arrivo possiamo constatare la sostanziale diminuzione dei decessi di piccoli bimbi ed il regredire del numero dei nuovi casi.
MSF può offrire medicinali e cure mediche gratuite, un servizio di qualità e l’allestimento di una sala per le urgenze. Un servizio taxi in moto per trasportare i malati a partire dai Centres de Santé (ambulatori di villaggio con un infermiere in servizio) più lontani da Babonde.
Anche il nostro Centro Nutrizionale Talita Kum
(Bambino alzati) presso la Missione, ha dovuto constatare un aumento
impressionante di nuovi casi di malnutrizione. La media di cinquanta prime
colazioni e pasti, nei tre giorni di apertura è aumentata in questi giorni a
novanta.
Con l’aiuto dei benefattori dall’Italia (Associazione Missioni casa Sacro Cuore e le iniziative di mamma Morena) avevamo pensato di acquistare un piccolo numero di sedie in plastica per educare i bimbi a mangiare seduti e per migliorare l’igiene nelle abitudini alimentari.
Purtroppo
la piccola struttura di cui usufruiamo ed il grande numero di malati che
accogliamo in questi giorni non può permetterci di fare molto di più al momento
per migliorare il servizio reso, sappiamo tra l’altro che molti malati più
lontani non arrivano al Talita Kum a causa della distanza. In questo senso
siamo in contatto con MSF per sollecitare un loro intervento anche nel settore
della malnutrizione e non solo per i casi di malaria. Abbiamo buona speranza in
una fruttuosa collaborazione soprattutto per quel che riguarda l’approvvigionamento
di latte terapeutico per i bebé e di un cibo speciale fatto di pasta d’arachidi
arricchita molto efficace nella cura della malnutrizione.