Scrivo queste righe a partire da Padova dove
sono oramai prossimo per il rientro a Babonde la nostra missione in Africa,
nella Repubblica democratica del Congo. Il tempo di Avvento è iniziato, Natale
si fa vicino per cui inizierò il viaggio il 20 dicembre per essere con le
comunità di Babonde esattamente la vigilia di Natale. Ritroverò i nostri 43 villaggi che attendono di poter celebrare
con gioia e con solennità la nascita di Gesù. Non sarà possibile essere
dappertutto ma in alcuni luoghi centrali i cristiani verranno a piedi da 5/10
chilometri per poter insieme cantare “gloria
a Dio” e per cercare quella “pace in
terra” che anche Babonde l’anno scorso ha perso e rischia di non ritrovare
in fretta a causa di un conflitto locale. Due gruppi di villaggi si sono
contesi l’autorità e la supremazia su di uno stesso territorio spingendo la
popolzione a schierarsi ed a imbracciare le armi, lance e frecce, affrontandosi
reciprocamente.
L’uomo, nella sua indole e nei suoi tratti
essenziali, dell’animo e del carattere, si rassomiglia dappertutto, nel bene e
nel male, ma sembra quasi inevitabile quella sorta di cecità che tutto infetta
nel momento in cui cerca il potere e non si accorge più di nulla e di tutto
quello che accade all’intorno. Diventa capace di oscurare o dimenticare o
passare sopra ad ogni legame fraterno e familiare disposto a calpestare quanto
per tanto tempo l’ha unito e reso solidale con i vicini. Un proverbio africano recita:
quando i pesci piangono, nessuno vede le loro lacrime.
Non sarà
inutile ricordare la nascita di Gesù, nostro Signore, che rinuncia a fasti ed
eserciti, strategie politiche ed armi, per farsi piccolo e povero nella grotta
di Betlemme. Sì, Gesù non ha mai
ricercato il potere. Un uomo sano di mente e di cuore non dovrebbe mai cercare
il potere, anche se esercita una qualche autorità pur necessaria. Un cristiano
non dovrebbe mai cercare il potere per se stesso. La Chiesa non dovrebbe mai
cercare il potere per se stesso. E Gesù pur avendone molti di poteri – di
guarire, di insegnare, di leggere nei cuori, di salvare... – pur avendo molta
autorità, l’ha usata unicamente a servizio degli altri e non a suo servizio.
Tra le povere capanne di legni e fango ma
ricche di bimbi e di vita, nelle notti prive di luminarie ma ricche di stelle
splendenti, lungo le strade sconnesse e polverose di Babonde, all’inizio della
stagione secca, non sarà davvero inutile o superfluo o ingenuo annunciare la
venuta del Figlio di Dio che, piccolo, ha bisogno delle braccia accoglienti di
Maria, di un luogo caldo che gli sia preparato, di abiti e cibo... Un Dio bisognoso che ci ricorda come noi
tutti siamo bisognosi degli altri e che allo stesso tempo non possiamo
dimenticare coloro che sono nel bisogno.
Non troverò presepi sofisticati e meccanici,
non troverò cibi e dolci tipici, non troverò pubblicità allettanti ed
invadenti. Troverò invece un’umanità
semplice, desiderosa di parole di verità e di speranza, un’umanità ignara di
molte cose di questo vasto mondo, ma desiderosa di luce e di grazia, un’umanità
fragile e povera di cose, ma ricca della capacità di accoglienza e di stupore.
Sarò quasi unico bianco nel giro di chilometri e chilometri, ma non sarò “fuori
luogo”, poiché il Vangelo e conoscere Gesù sono le cose essenziali di questa
vita, sono i beni più necessari. Sarà lui a darci la sincera ispirazione per
costruire insieme giustizia e diritti umani, per imitarlo nel curare i malati e
fare attenzione a tutti i “piccoli” di questo mondo.
Questa fede fragile ma preziosa che mi ritrovo
tra le mani e che é anche la vostra fede, a Dio piacendo, mi accompagnerà a Babonde, assieme alla
simpatia e al sostegno concreto e solidale di tutti voi, amici, gruppi e
comunità che ho incontrato in questi brevi mesi.
Vi ringrazio di cuore e vi
auguro Buon Natale.
p. Renzo