Alcuni gruppi erano ben rappresentati, altri assenti a causa dell’insicurezza dovuta alla presenza di ribelli lungo il tragitto i quali nascosti in foresta possono apparire da un momento all’altro per poi rifugiarsi nuovamente nel fitto della vegetazione. In tutto eravamo un pò meno di duecento persone.
Sono ripetutamente risuonate le parole d’ordine classiche al movimento, secondo le fasce d’età e in francese naturalmente: De notre mieux! Toujours prêt! Ainé pour servir! Anche se la lingua base rimane lo swahili un pò di francese non guasta.
Molte sbavature nell’organizzare le attività, la cucina, la formazione, ma quasi nessuno se n’è accorto, i parametri per misurare i diversi elementi in gioco ed il concetto locale di “perfezione”, sono da tempo rivisti al ribasso e per la maggior parte non sono dovuti a colpe personali ma a deficienze strutturali: vedi l’isolamento dei gruppi, la mancanza di responsabili sufficientemente formati, di testi di supporto e molto altro. In ogni caso, a detta di tutti l’esperienza è ben riuscita e da ripetere quanto prima... in ricordo qualche bella foto.