Sono molte le strade che l’uomo può percorrere nella sua vita, alcune sono di sua scelta altre semplicemente accadono per coincidenza o per provvidenza, per accidente o per concomitanza di eventi. Qualcuno ancora si lascia scegliere o lascia che altri scelgano per lui...
Ci sono le mille piccole scelte di tutti i giorni, il
vestire e il mangiare, ma anche come rispondere alle provocazioni, ai saluti,
agli imprevisti o alle domande di aiuto. Ci sono le grandi scelte quelle che
dirigono e condizionano fortemente il futuro e che impostano le linee
fondamentali del nostro essere: gli studi, la professione, la famiglia... In
questo senso si parla talvolta di vocazione, la vocazione della
propria vita. In questa espressione c’è il senso di un misto di scelta
interiore e di chiamata dall’esterno, un misto di azione personale assieme
all’azione degli altri che consigliano e suggeriscono o influenzano ed infine
un insieme di realtà umane e divine poichè quando si dice vocazione si dice
qualcosa che è inscritto fin dalle nostre origini nel nostro essere, nel nostro
profondo e nello stesso tempo proviene dall’alto e lo si scopre nella fede,
nella Parola di Dio, nella vita della Chiesa.A Babone in quest’anno della fede abbiamo pensato necessario
tradurre questa attitudine dell’uomo rivolto verso Dio, dell’uomo che sa scegliere
e che ascolta, con un’attenzione tutta particolare al Sacramento del Matrimonio.
Moltissimi giovani e ragazze, uomini e donne, stabiliscono una nuova unione, si
mettono insieme talvolta precocemente, hanno figli e figlie, costituiscono
famiglia, ma quest’elemento fondamentale della vita è solo raramente illuminato
dalla luce della vita cristiana, ossia dalla vita di Cristo che è Amore. E’ una
scelta certamente, senza tuttavia essere ancora vocazione, scoperta e risposta
all’appello che sta nel profondo e che ha origine da qualcun altro che ci
precede. Ecco allora che possiamo constatare numerose unioni, le quali talvolta
hanno delle connotazioni non troppo felici, sono unioni di “contratto” tra le
famiglie, unioni combinate dai geniori; sono unioni di “interesse”, spesso
perchè una donna o una donna in più (poligamia) può essere molto utile nel
lavoro dei campi o per un buon menage
familiare soprattutto se il marito ha differenti interessi commerciali. La
donna a sua volta può cercare le risorse economiche del marito o mirare ad
essere la “prima” tra molte.
La prassi della chiesa stabilisce che chi, cristiano, vive
in una unione libera non possa comunicare all’Eucaristia fino a quando non
abbia celebrato il proprio matrimonio nel Sacramento. E’ una misura che priva
di un bene, l’Eucaristia, per far scoprire un altro bene quello del Sacramento
del Matrimonio.


Scrivo da Kisangani, dove ci siamo riuniti in Assemblea
assieme ad altre comunità dehoniane e domenica è stata giornata di festa per la
nostra famiglia religiosa poichè tre nostri confratelli hanno ricevuto la
consacrazione sacerdotale, sono diventati preti. Le vocazioni sono molte e di
ogni specie, si sceglie e si è scelti, si decide nella piena libertà e si
risponde ad una chiamata in una concreta obbedienza. Questa è allo stesso tempo
realizzazione di se stessi e servizio per gli altri. Un appello dal di fuori
rivela qualcosa scritto da tempo e forse nascosto nel profondo del di dentro. Bellezza della vita di fede e della fede vissuta
all’interno della Chiesa.