Blaise era un giovane di non ancora trent’anni, con moglie e
figli ed una bella professione, riparatore di moto, un vero “mago” del settore,
i meno esperti dovevano ricorrere a lui per risolvere i problemi più difficili.
Un lavoro che gli permetteva di guadagnare il necessario per sé e la famiglia.
Poi inspiegabilmente, dal giorno alla notte, la follia lo ha preso, parole e
gesti senza logica apparente. Si intuiva nel suo straparlare che aveva qualcosa
da comunicare ma non riusciva ad esprimerlo, si era rifugiato alla missione nel
primo giorno della sua follia, ma è mancato il tempo per ascoltarlo e tentare
di comprenderlo. La famiglia lo ha immediatamente preso con sé a forza e
trasportato altrove ad una ventina di chilometri dal nostro villaggio, presso
un famoso mfumu, un
guaritore/stregone. Una sola settimana dopo ne hanno riportato a casa il
cadavere.
Blaise non voleva andare dal mfumu, gridava che non era né pazzo né malato e che lì avrebbero
ucciso la sua fede e lui stesso. Così è stato, legato e picchiato al fine di ‘domarlo’
e ‘guarirlo’, costretto ad assumere polveri ed infusi ‘miracolosi’, non
sappiamo per quali cause precise, ma dopo soli sette giorni è morto. E’ stato
grande lo sconcerto ed il dolore a Babonde, perchè è morto un giovane, un
marito, un padre, un grande meccanico... ed anche nella comunità cristiana lo
abbiamo pianto, per tutte queste ragioni e perchè il modo con cui è morto è
stata una sconfitta per la fede. Piangiamo l’amico Blaise e constatiamo con
amarezza che sono numerosissimi i casi in cui le famiglie continuano ad
affidare i loro malati non agli ospedali, non ai medici, non alla preghiera
della comunità cristiana, non all’intercessione del Signore, ma confidano nei
guaritori/stregoni, che mescolano una piccola percentuale di conoscenze sulle
proprietà curative di alcune erbe e piante ed allo stesso tempo introducono una
grandissima percentuale di credulità popolare su alcune presunte personali capacità
magiche e terapeutiche.
Nel caso di Blaise la ‘fede’ della sua famiglia negli
stregoni è stata più forte della fede cristiana ed è stata alla fine per lui
fatale. Il mfumu locale è apparso più
forte degli ospedali e di Gesù, e la partita della fede si è giocata sul piano
della potenza della guarigione: a chi la forza, a chi il potere?
Molte altre volte, se non sulla guarigione, la fede si gioca
sulla fortuna e la ricchezza, sul successo ed il piacere di questa vita: chi
potrà assicurarcene o procurarcene di più? Quando Gesù non guarisce più come
quando era assieme ai discepoli o quando, nelle società occidentali, la
medicina si mostra più efficace della
preghiera, quando le ricchezze, la banca, la pensione e la sicurezza sociale
assicurano il futuro molto meglio che la speranza nella vita futura, a chi la
forza ed il potere? In chi riporre la nostra fede?
Anche a Babonde, nella immensa e sperduta foresta della
Repubblica democratica del Congo abbiamo saputo che sarà la chiesa universale,
a partire da Roma fino ai posti più sperduti della terra, a celebrare un Anno della fede. “Guai a me se non
annunciassi il Vangelo”, scriveva S. Paolo. Provocati dalla morte di Blaise annunceremo
con forza la stessa fede in Gesù Cristo che fu di S. Paolo e della prima comunità
cristiana fino ad oggi: Gesù unico Salvatore ed unico guaritore, perchè se
l’uomo cura, per quanto faccia con tutta la sua scienza e tecnica, sappiamo che
chi guarisce è Dio, ed i molti che ancora oggi un pò ovunque si propongono come
potenti guaritori, ebbene sono fuori della verità e portatori di menzogna se
non di morte. Lavoreremo per accrescere la scienza e la tecnica negli ospedali
e altrove, purchè questa scienza e tecnica siano veramente a servizio dell’uomo
e non per servirsi di esse a proprio interesse e a scapito dell’uomo. Annunceremo
allo stesso tempo che il Cristo quando lo vediamo di fronte alla sua morte può apparirci
incapace o sconfitto nel dare risposta alle molte e legittime attese dell’uomo:
una vita senza malattie e dolori, senza fatiche ed infelicità, senza bisogno di
attese e rinunce...
Ma al contrario, quello stesso Cristo nella sua indifesa
piccolezza, grazie alla risurrezione ci manifesta chiaramente la sua vera “forza
e potere”. Esse non sono innanzitutto una vittoria di fronte alla sfida del
dolore o alla ricerca di una felicità da consumare qui , ma sono una vittoria
di fronte ad un’altra sfida, quella
dell’Amore. Se lo crediamo e se chiediamo la sua intercessione è innanzitutto
per essere vittoriosi con lui di fronte a questa sfida, e colui che vince la
sfida dell’amore sarà vincitore anche altrove: vincitore di fronte alle
provocazioni della malattia, di fronte alla mancanza di ricchezze, di fronte
alle lunge e disperate attese. E se non crediamo che Cristo è risorto facendo
vincere l’Amore sopra ogni cosa, allora “vana è la nostra fede”. Tante volte in luoghi di missione ed in
particolare in Africa, l’annuncio del Vangelo di Cristo è risultato vincente
poichè si è presentato assieme a tutte le capacità tecniche della società
occidentale, della medicina e della scienza, dell’istruzione e delle risorse
finanziarie. Ma appunto, non è questo il cuore del Vangelo e come capitò a Gesù
quando non moltiplicò più i pani “a comando”, quando si ritirò in preghiera
piuttosto che restare a guarire tutti i malati, quando fu imprigionato
piuttosto che esibire la sua forza, così capita anche oggi che se la fede si appoggia
principalmente su questi elementi, egli il Cristo, rimane ancora una volta
solo, ed il Vangelo ha ancora una volta bisogno di essere annunciato. E’ il
compito di ogni missionario in terra di missione, dove la musica e la sinfonia
del Vangelo non è ancora risuonata, è il compito di ogni cristiano là dove vive
ed opera, affinchè la musica e la sinfonia di una nuova evangelizzazione possa
continuare a risuonare. Buon Anno della fede alla famiglia di Blaise, alla
gente di Babonde, a noi e voi tutti indistintamente.