Siamo vicini alla grande festa di Pasqua e del ricordo di tutte le vicende che hanno portato alla morte e alla resurrezione del Cristo.
E’ la manifestazione del “peso” che ha sull’umanità il male ed il peccato con le sue conseguenze nefaste e mortali, ma allo stesso tempo é manifestazione della grande misericordia e bontà di Dio che scende come la pioggia in maniera indifferenziata sui tutti i suoi figli e come il sole tutti li illumina, di modo che la sua bontà copra il nostro male e la sua grandezza riempia le nostre piccolezze e vuoti.
Nel mese di marzo a Babonde si aspetta la pioggia, dopo oramai tre mesi di stagione secca, di sole ardente, di penuria di acqua e di cibo. A Babonde aspettiamo anche un’altra pioggia quella della misericordia di Dio che ci arriva in molte e disparate forme, nella preghiera, nella celebrazione dei sacramenti e nella lettura della Parola di Dio.
Nel mezzo di tutte queste piogge di misericordia una di esse molto concreta, meno spirituale, è stato l’arrivo del materiale speditoci dall’Italia attraverso un container. Non mettetevi a ridere. Qualcuno si chiederà quale sia la pertinenza di argomento tra il materiale di un container e la misericordia di Dio. Ebbene mi sembra che il il legame sia molto stretto ed evidente.
Innanzitutto per chi vive in un contesto un pò isolato l’arrivo di un qualche aiuto materiale, segno tangibile di un gran numero di fratelli che da lontano non si è dimenticato di voi, è una vera e grande consolazione che va al di là del contenuto del pacchetto, e se contagiose sono le infezioni, anche il bene è contagioso da parte sua. Un volto sorridente spingerà altri allo stesso sorriso ed una mano tesa nell’aiuto aiuterà altre mani nello stesso gesto di generosità.
Sono infatti gli studenti della scuola di informatica, le ragazze e le giovani ragazze madri del taglio e cucito, gli insegnanti delle scuole che sono collocate ancora più all’interno nella foresta di Babonde, i ragazzi dell’atelier della nascente scuola di falegnameria, i malati gravi dell’ospedale bisognosi di rianimazione, gli apprendisti muratori dediti alla costruzione della scuola elementare, i ragazzi delle squadre di calcio della missione, i catechisti e i maestri oramai bisognosi di occhiali per leggere...
Tante, tante persone.
Papa Francesco ha voluto che quest’anno sia un anno di misericordia e che le opere di misericordia si facciano, spirituali e corporali. Per chi non sapesse possiamo citare in disordine: consolare gli afflitti, istruire chi ancora non conosce, dar da mangiare agli affamati, visitare ed aiutare i malati...
Mi sento di dire che il materiale arrivato con questo container ci ha consolato ed ha manifestato la misericordia di tanti nei confronti della missione di Babonde. Queste stesse “cose” ci aiuteranno a manifestare una misericordia operosa a tanti fratelli e sorelle, giovani e anziani, sani e malati. La catena di bene non si interromperà. Un grande grazie ed una buona e santa Pasqua, capace di far risplendere sui nostri volti il volto di Cristo e la misericordia del Padre.