Beh, ebbene siamo alla soglia di un anniversario,
quello dei 25 anni compiuti da quando sono stato ordinato sacerdote, non sono
moltissimi, non sono pochi. Era il 15 settembre 1990 a Saonara, paese d’origine,
dell’infanzia, della famiglia, delle radici e dei ricordi. Di questi 25 anni,
quindici sono stati vissuti a Padova tra la parrocchia del SS. Crocifisso e la
Scuola Missionaria, assieme ai giovani e ai ragazzi e nell’animazione missionaria
e vocazionale, nelle attività di giustizia, pace e nonviolenza con l’associazione Gavci, nella
pastorale ecumenica, nell’accoglienza degli stranieri migranti dopo la caduta del
muro di Berlino. Gli altri dieci sono qui in Africa nel piccolo villaggio di Babonde,
assieme alla popolazione dei Balika-Toriko e dei loro vicini.
Sacerdote e missionario, nella famiglia dei
Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù. Fede cristiana messa alla prova dalle
debolezze umane e dagli interrogativi della ragione. Una chiamata che passa
attraverso le mille mediazioni della Parola di Dio, delle voci umane della
comunità cristiana, degli amici, della famiglia, delle ispirazioni del proprio
animo o cuore.Una risposta di fede che nelle intenzioni cerca di essere una
risposta senza remore, senza riserve, ma che alla verifica dei fatti è sempre
una risposta parziale. Non mi sento in grado di fare bilanci e non mi sembra neppure
sia il momento opportuno, oppure ci vorrà un tempo di maggior calma e
riflessione. Al momento credo sia giusto ringraziare a cuore aperto ed in modo
insufficiente. Ringrazio Dio per la vocazione e per la misericordia, oltre che
per la salute, le benedizioni e la protezione accordatemi. Ringrazio la
famiglia nella quale sono cresciuto e che sempre mi accompagna e sostiene, in
modo particolare la mamma Maria che abbiamo salutato lo scorso novembre, il
papà e i fratelli. Ringrazio il paese di Saonara, i confratelli della congregazione
dei Sacerdoti del Sacro Cuore, i fedeli delle parrocchie di Padova del
Crocifisso e di Torre, i tanti sacerdoti incontrati ed in primo luogo p.
Tassetto.Ringrazio gli amici della giovinezza e tutti coloro con i quali abbiamo collaborato ed insieme siamo cresciuti alla Scuola Missionaria e ovunque altrove. Ringrazio la gente di Babonde , schietta ed immediata con la quale condivido questo periodo della vita e che illumina in modo nuovo ed inaspettato il lungo cammino della fede. La gioia c’è, i sacrifici anche. I frutti raccolti sono molti ma quelli visibili sono i più superflui, quelli invece più preziosi e necessari sono invisibili e non calcolabili con parametri umani. Nelle mani di Dio Padre il tutto, ciò che è stato e quello che sarà. Aggiungo un abbraccio a tutti voi.