Il pane che fabbrichiamo nel giro delle due ore di energia che ci regaliamo, lo realizziamo con l’aiuto di un forno automatico che fa tutto da solo; a noi metterci dentro gli ingredienti nelle buone proporzioni. Il lievito a modo di fermento non può mancare, se è un pò vecchio e umido la riuscita sarà meschina, se è troppo l’impasto uscirà dal coperchio, se c’è troppo sale ne diminuirà la forza.
I questi giorni non sappiamo se stiamo
mettendo troppo lievito alla pasta o se stiamo dosando le giuste proporzioni,
in quanto se tentiamo di aprire la sezione di falegnameria presso la nostra
scuola secondaria non vogliamo pertanto lasciare per ultima la sezione di
“Commerciale-informatica” e per questo abbiamo assolutamente bisogno di
allestire una sala di informatica, anche se non all’avanguardia, ma almeno
tentare di offrire la possibiltà di utilizzare un computer ogni due studenti.
Sarà un notevole salto in avanti se confrontato alla “scuola serale di
informatica” che da qualche anno realizziamo e che lamenta una cronica mancanza
di mezzi. Il primo passo sarà tentare di equipaggiarci in modo adeguato e saranno
i benvenuti quanti potranno farci regalo di un computer portatile anche se non
di ultima generazione. Dall’anno scorso stiamo sostenendo due giovani negli
studi universitari per ottenere una laurea breve (tre anni) in informatica ed
abbiamo buona speranza che potranno rientrare a Babonde con l’entusiasmo e le
competenze necessarie. I giovani come potete immaginare non mancheranno, non
solo per un motivo puramente demografico ma perchè la passione per le nuove
tecnologie e per gli schermi luminosi li attrae in modo speciale, non importa
sotto quale latitudine o longitudine.
Il fermento non manca, la pasta neppure,
confidiamo in un pizzico di sale per proporzionare bene il tutto e che la
riuscita sia saporita e nutriente.