“Ma quand’è che facciamo la festa dell’inaugurazione dell’Institut Ste Marie”? Una domanda che mi sono sentito rivolgere più e più volte e che ho schivato, un pò perchè sono allergico alle feste di qui, un pò perchè sono preso da altri lavori ed organizzare una festa è un impegno non da poco, un pò perché mancano ancora molte cose per completarne la costruzione e poter fare una vera e propria inaugurazione “chiavi in mano”... ma bisognava solenizzare. Occorreva festeggiare gli operai che si sono “spaccati le ossa” (più o meno) durante un anno e mezzo, senza interruzioni: l’equipe che estraeva pietre di fondazione e quella che estraeva la sabbia, i muratori, i falegnami... E’ stata una bella impresa con un risultato unico per la nostra zona, nel senso che non si ricordano costruzioni simili da più di una cinquantina d’anni. Gli studenti con i loro genitori, il preside ed i professori, le autorità tradizionali e quelle politiche, le autorità scolastiche e quelle della sanità, nessuno ha voluto mancare: tutti hanno voluto marcare la loro presenza. Il vice governatore della regione, lo chef della chefferie, l’amministratore del territorio, i responsabili della polizia e dei militari, il rappresentante del ministero dell’educazione... Una Messa d’apertura e la benedizione dei locali non poteva mancare ed il vescovo Kataka Janvier è stato dei nostri, accompagnato dal responsabile delle scuole cattoliche e da un buon numero di sacerdoti della diocesi. L’inno nazionale “Débout congolais”, gli interventi ed i discorsi di circostanza, il taglio del nastro, la messa a dimora di una pianta di palma, albero simbolico dell’abbondanza, un pasto conviviale e sontuoso, danze e giochi, la consegna di una moto da parte di un uomo politico originario di qui, prezioso regalo per il disbrigo delle formalità amministrative della nuova scuola... solo l’oscurità della notte ha disperso i partecipanti ed i curiosi. Secondo l’opinione di tutti la costruzione è ben riuscita. Ugualmente a detta di tutti la festa è ben riuscita, tranne forse qualcuno che non è riuscito ad entrare a tempo per il pasto offerto.
Ora viene il più importante ed il più difficile ossia il risultato educativo e scolastico dei ragazzi e ragazze che frequentano la scuola superiore. Per il momento sono un pò più di 250, ma già il prossimo anno supereranno i trecento cinquanta, siamo arrivati solamente al terzo anno di un ciclo di sei anni per le scuole superiori; l’anno scolastico 2013/2014 ha visto l’avvio della sezione di taglio e cucito che si è aggiunta a quella pedagogica (magistrali). Le sfide sono molte: offrire delle condizioni logistiche e didattiche ottimali, nella struttura e nei materiali per poter studiare bene e perchè i professori possano insegnare bene (ci manca ancora un “atelier” sufficientemente ampio e nel futuro altre 4 aule); offrire una buona gestione economica delle risorse proprie della scuola, senza sottomettere gli studenti a lavori manuali nei loro campi privati in vista di arrotondare gli stipendi divenuti troppo magri; formare i professori in modo che la loro preparazione professionale e grado accademico siano all’altezza, sostenendoli negli studi universitari, poichè una grande piaga è la “sotto qualificazione” e l’impreparazione degli insegnanti; creare un clima positivo volto alla ricerca del sapere, della conoscenza e dell’educazione, vincendo l’appiattimento al minimo indispensabile... Le sfide appassionano, e di più quando all’intorno non si vedono molti compagni di strada, ma sappiamo che molti da lontano sono con noi e che molti da vicino ci guardano anche per apprendere ed imitare.