Si discuteva se “ecografo” è la macchina che permette di fare le ecografie oppure è il tecnico che usa quella stessa macchina. In ogni caso noi cercavamo la macchina da portare in Africa e non l’uomo, anche se quest’ultimo sarebbe comunque molto utile... magari in seguito. Ora l’Ecografo c’è, grazie alle persone amiche che hanno saputo ben spargere la voce e grazie soprattutto alla Casa di Cura di Abano Terme, al dott. Nicola Petruzzi e alla sua staff che hanno prontamente accolto la nostra domanda e senza battere ciglio hanno donato questo prezioso macchinario all’ospedale di Babonde. Certo molta strada è ancora da fare, nel senso che avere l’Ecografo a Padova non è la stessa cosa che averlo a Babonde, occorrerà una robusta cassa che lo protegga per un viaggio lungo e impervio, ricco di scossoni e di imprevisti. Dentro un container, che assieme a molto altro materiale tra qualche mese lascerà l’Italia per il Kenya, passerà per l’Uganda ed infine raggiungerà il Congo dove, cigliegina sulla torta, sopporterà più di seicento chilometri di piste in camion o trattore.
Ci vorrà un’assistenza speciale per non mandare in frantumi tanto tesoro di generosità e di tecnica. L’ospedale di Babonde ne sarà il beneficiario e con lui i tantissimi pazienti di “foresta” che non hanno mai conosciuto un apparecchio come questo e che sembrerà loro qualcosa di molto strano e misterioso, loro che fino ad oggi hanno guardato con curiosità il solo microscopio e il misuratere della pressione sanguigna.
Nel grazie che voglio esprimere c’è anche un appello, poichè la nostra missione di Mambasa, della quale vi invito a leggere il Blog, è lei pure alla ricerca di materiale medico dovendo attrezzare un ospedale nuovo di zecca. Chissà mai, da cosa nasce cosa e la Provvidenza non si smentisce mai.