Troppo in fretta direi. Tre settimane scivolate via piene di conoscenze, scoperte, incontri e lavoro. Probabilmente anche qualche domanda rimasta in sospeso e tante curiosità non appagate assieme ad un “sacco” di soddisfazioni. La foresta di Babonde seppur lontanissima non è poi così inospitale; la salute ha retto bene grazie ad una prevenzione efficace; le lingue erano differenti ma la voglia di conoscersi e di collaborare ha volto al gioco gli ostacoli della comunicazione verbale aprendo lo spazio ad altri tipi di comunicazioni. I nostri amici Antonio, Adolfo e Gianni sono già sulla via del ritorno, troppo in fretta direi ma le traccie lasciate sono importanti e destinate a durare. La strada del gemellaggio che da tempo sognavo, il passaggio di quel ponte che dall'Italia porta a Babonde è stato finalmente inaugurato, darà coraggio ad altri di vedere con i propri occhi e provare di persona. Permetterà di sperimentarsi in tante cose che sono significate da quelle parole importanti ma spesso un po' lontane come “missione, solidarietà, aiuto, scambio culturale, fraternità...”. Tre settimane non sono bastate a dotare la scuola elementare di Babonde della costruzione di una nuova aula, ma la perizia e maestria dei nostri ospiti assieme alla curiosità e alla voglia di imparare dei nostri apprendisti muratori ci permette di affermare che tra qualche settimana, all'inizio del nuovo anno scolastico, gli alunni potranno confortevolmente seguirvi le lezioni all'interno. Nel frattempo mentre Adolfo sistemava l'immagine di una madonnina sulla facciata, abbiamo avuto l'idea ed il coraggio di lanciare il progetto di una nuova scuola superiore pedagogica per bene preparare i futuri maestri ed assicurare un'educazione normale ai tantissimi bimbi che assolutamente non mancano. Si semina uno e si raccoglie trenta sessanta o cento. Grazie Antonio, grazie Adolfo, grazie Giovanni e tutti quanti assieme a voi avrebbero voluto essere qui e vi hanno sostenuto. Grazie da parte mia, ma sopratutto di Babonde intera.