Seppure manchiamo di tante cose a Babonde –
Repubblica Democratica del Congo -, tuttavia una sufficiente connessione
internet ci permette di essere collegati al mondo, in contatto ed informati.
Telefono a singhiozzo, nessun servizio postale ordinario, sentieri troppo
coraggiosamente chiamati “strade” sono altrettante realtà che penalizzano le comunicazioni, ma
per il momento è l’Internet che rende possibile una vicinanza familiare,
fraterna, amicale, di cuore e di fede.
Così ne approfitto per inviare un
calorosissimo saluto ed augurio a tutti quanti condividono, nelle più differenti
forme, la passione per la missione e tra le missioni, la passione per la missione
di Babonde.
Annunciare e far sperimentare la Misericordia di Dio deve e vuole essere il cuore di quanto stiamo facendo. Annunciarla con le parole, farla sperimentare con le azioni. Siamo innanzitutto sicuri che quanto stiamo facendo prende ispirazione dall’alto e lo facciamo insieme a tutti voi che da lontano ci sostenete. Siete fratelli, amici, compagni di classe, compaesani, conoscenti, benefattori, confratelli, cristiani di comunità parrocchiali, membri di gruppi ed associazioni. Con molti di voi ci conosciamo da anni, con altri invece non ci siamo ancora incontrati, non ci siamo ancora visti di persona eppure siamo in grande sintonia e perfetta consonanza di intenti. Sicuramente è la stessa fede che ci unisce e la stessa carità, la stessa preghiera, le stesse speranze e desideri, le stesse aspettative per noi e per i fratelli meno fortunati. Magari a tutte queste realtà diamo nomi differenti, ma sappiamo di essere davvero in sintonia. Vi assicuro che la sento forte questa sintonia che è per me sostegno ed incoraggiamento.
Salutandovi nell’occasione di queste festività natalizie voglio farmi tramite del grande, sonoro grazie che vi è indirizzato dai nostri cristiani di Babonde, dai catechisti, dagli alunni e studenti che non hanno perso la scuola, dalle mamme del “taglio e cucito” e dei centri di alfabetizzazione, dagli anziani e dai malati che trovano un aiuto per farsi curare. Un fragoroso grazie dai bambini malnutriti talvolta salvati per i capelli e guariti, dai giovani falegnami, dai piccoli Pigmei e dai molti che si possono finalmente bere un buon bicchiere d’acqua potabile in pace. Per glorificare il Dio che viene è necessaria la pace in terra, fatta di tante buone cose... Che Dio venga: accogliamolo! Che la pace sia fatta: prestiamogli le nostre mani così che ce la faccia fare buona come la vuole lui. Buon Natale, p. Renzo.