E’ un mese particolare questo Novembre 2015 e
non solo per la pioggia abbondante e quotidiana che è tipica di questa stagione
ma che stavolta sembra un pò esagerare: forse che il cambiamento climatico
comincia a farsi sentire anche all’equatore? Non si può parlare di autunno, ma
di una insistente e oramai fastidiosa pioggia che ci perseguita, soprattutto
quando ci spostiamo in moto su queste piste fangose, mi fa riandare a qualche
nostro “triste” autunno nord italico.
La parrocchia della nostra missione ha visto
la sua nascita ufficiale esattamente 60 anni fa nel mese di novembre del 1955
ed è stata dedicata a Notre Dame de Banneux, Vergine dei Poveri, che festeggiamo
il 21 di ogni anno. Nella ricorrenza del sessantesimo non poteva mancare una "grande" (nella misura del possibile) festa e l’andare a ritroso nella storia per ricordare i fatti salienti in
rendimento di grazie a Dio per le tante persone che hanno donato quanto hanno
ricevuto e che si sono donate per far conoscere il Cristo tra queste genti, per
la crescita nella fede e nelle opere della chiesa locale.
E’ ugualmente nel mese di Novembre che durante
l’anno 1964 la nostra famiglia religiosa, i sacerdoti del Sacro Cuore, ha subito
la perdita di molti dei suoi qui all’Est del Congo: il 3 novembre padre
Bernardo Longo trucidato a Mambasa; il 25 novembre erano undici confratelli ad
essere uccisi a Banalia e Kisangani; il 26 novembre il nostro Vescovo Mons.
Wittebols assieme ad altri 8 confratelli i cui corpi verranno gettati nel
piccolo fiume che dà il nome alla diocesi di Wamba; il 27 novembre altri 7
confratelli sono uccisi a Bafwasende e gettati nel fiume Lindi.
Il mese di novembre è il mese della pioggia, è
il mese in cui la ricorre la festa della patrona di Babonde, è il mese dei
nostri martiri che hanno mischiato il loro sangue a quello del sacrificio di
Cristo.
La nostra famiglia religiosa che agli inizi
poggiava esclusivamente sui missionari provenienti dall’Europa ha ora una
quarantina di sacerdoti congolesi e un centinaio di giovani in formazione nelle
differenti tappe della Propedeutica, del Noviziato e negli studi di filosofia e
teologia.
Guardando il passato un gran sentimento di
riconoscenza prevale su tutto e qualche piccolo rammarico non offusca minimamente
l’azione di grazie per tutto quello che è stato e che rimane la base solida e
positiva delle “costruzioni” future.
Guardando il futuro e sentendo la giovinezza
di questa nazione, della nostra missione, dei nostri confratelli, qualche
piccola apprensione non riduce il sentimento di speranza positiva ed ottimista
per i tanti campi di apostolato che si potranno aprire e per il tanto bene che
si potrà fare: l’educazione, la giustizia sociale, il servizio ed il soccorso
ai poveri dai mille volti.