lunedì 20 giugno 2016

Medici Senza Frontiere al TALITA KUM


Ci risiamo con l’epidemia di malaria. Una stagione secca intensa e prolungata e non sappiamo quale altro fattore generante, hanno innescato anche quest’anno una crisi acuta sul piano sanitario ed in modo particolare per quanto riguarda i bambini. Che di malaria si possa morire e si muoia è un dato di fatto risaputo ma purtroppo ne hanno fatto le spese qualche centinaio di bimbi, e a tutt’oggi all’interno di un raggio di cinquanta chilomentri possiamo contare quasi un migliaio di giovani vite falciate.
Nel lasso di tempo di uno o due giorni dal manifestarsi dei primi sintomi della malattia ogni cura si rivela insufficiente se non con farmaci di nuova generazione e con cure intensive inesistenti nelle nostre strutture. 
Anche le cure di base talvolta sono economicamente irrangiungibili per una gran parte della popolazione. 
Si sono così moltiplicati i lutti nel reparto di pediatria e gli infermieri si sono ritrovati impotenti di fronte all’ampiezza dell’epidemia. 
Bimbi provienienti da tutti i villaggi sono stati accomodati su stuoie gettate per terra poichè i letti non erano sufficienti, in attesa di consultazione e di cure. Proprio in questo periodo la nostra falegnameria con l'aiuto di Alessandro di Bologna e di alcuni suoi amici di famiglia stava producendo una decina di letti per l'ospedale.
Le autorità mediche allertate hanno avuto una pronta risposta positiva da parte di Medici Senza Frontiere che hanno oramai un ufficio operativo stabile nella città di Isiro ed hanno così potuto reagire con una certa rapidità. Sono stati organizzati dei centri di cura intensiva nelle Zone de Santé (le nostre USL in Italia) o centri sanitari di Boma Mangbwetu e Pawa, all’interno del quale anche Babonde si trova. Viste poi le distanze e le difficoltà di trasferire i malati in condizioni gravi su strade dissestate su di una distanza di più di 50 chilometri, alla fine i responsabili di MSF hanno accettato di stabilirsi anche a Babonde, nel nostro ospedale.
Li abbiamo ospitati alla missione il tempo necessario di approntare il loro campo d’urgenza e dopo quasi un mese dal loro arrivo possiamo constatare la sostanziale diminuzione dei decessi di piccoli bimbi ed il regredire del numero dei nuovi casi.
MSF può offrire medicinali e cure mediche gratuite, un servizio di qualità e l’allestimento di una sala per le urgenze. Un servizio taxi in moto per trasportare i malati a partire dai Centres de Santé (ambulatori di villaggio con un infermiere in servizio) più lontani da Babonde.


Anche il nostro Centro Nutrizionale Talita Kum (Bambino alzati) presso la Missione, ha dovuto constatare un aumento impressionante di nuovi casi di malnutrizione. La media di cinquanta prime colazioni e pasti, nei tre giorni di apertura è aumentata in questi giorni a novanta.
Con l’aiuto dei benefattori dall’Italia (Associazione Missioni casa Sacro Cuore e le iniziative di mamma Morena) avevamo pensato di acquistare un piccolo numero di sedie in plastica per educare i bimbi a mangiare seduti e per migliorare l’igiene nelle abitudini alimentari.
Purtroppo la piccola struttura di cui usufruiamo ed il grande numero di malati che accogliamo in questi giorni non può permetterci di fare molto di più al momento per migliorare il servizio reso, sappiamo tra l’altro che molti malati più lontani non arrivano al Talita Kum a causa della distanza. In questo senso siamo in contatto con MSF per sollecitare un loro intervento anche nel settore della malnutrizione e non solo per i casi di malaria. Abbiamo buona speranza in una fruttuosa collaborazione soprattutto per quel che riguarda l’approvvigionamento di latte terapeutico per i bebé e di un cibo speciale fatto di pasta d’arachidi arricchita molto efficace nella cura della malnutrizione.
 


 





domenica 19 giugno 2016

APDI

La sigla APDI significa Azione per lo sviluppo integrale (Action pour le développement intégrale) ed è una nuova creazione a Babonde nel campo delle ONG ossia una nuova Organizzazione Non Governativa altrimenti detta anche ASBL, Associazione Senza finalità (But) di Lucro. Non sono molte le ONG presenti nel nostro territorio, ed ancora meno quelle che pur avendo uno statuto svolgono regolarmente le loro assemblee, hanno un consiglio direttivo regolarmente eletto e compiono delle vere azioni concrete sul territorio.
L’idea è nata ancora qualche anno fa ma la procedura amministrativa è stata lunga e difficoltosa. In ogni caso alcuni risultati importanti sono stati raggiunti: costituzione dello Statuto, registrato con atto notarile, e del Regolamento Interno, riconoscimento da parte dell’autorità provinciale e del territorio locale con autorizzazione alla operatività, infine la costituzione degli organi associativi e l’inizio delle attività.
L’idea base è la promozione di una mentalità associativa capace di compiere delle azioni concrete per un vero sviluppo del contesto circostante, sia sul piano della sanità che su quello dell’istruzione senza dimenticare quello dei diritti umani. Mettersi insieme e discutere, su base democratica è un primo punto da assodare; mettere insieme le piccole risorse per compiere qualcosa in favore del “bene comune”, è un’altro grande obiettivo; sensibilizzare un sempre più vasto numero di persone ed associarle è un ulteriore passo da compiere.

Sappiamo per certo che delle azioni di grande portata potranno compiersi con un apporto sostanziale di qualche partenaire che venga in aiuto ai progetti elaborati sul posto poichè la realtà economica degli associati, una cinquantina, è decisamente povera, costantemente al livello della sopravvivenza e la loro quota associativa annua non supera i 5 dollari. Per il momento la nostra Missione di Babonde è il principale partenaire, infatti con l’aiuto di qualche sacco di cemento diamo “una mano” all’APDI nella potabilizzazione dell’acqua sistemando in modo conveniente alcune sorgenti circonstanti.
In ogni caso, queste piccole azioni rendono visibile la possibilità di fare qualche cosa con mezzi propri e locali per il miglioramento del proprio ambiente e nutrono la buona speranza che un circolo virtuoso possa essere innescato.

Noi della missione, dopo aver accompagnato gli inizi dell’associazione ci siamo ritirati perchè essa possa camminare con “gambe proprie”, con il nuovo consiglio direttivo,  riservandoci qualche intervento di formazione o di consulenza, cercando anche qualche aiuto che li possa sostenere nel compimento della loro missione: buone pratiche, buone azioni, buon sviluppo. Crediamo che con il tempo altri potranno aggiungersi ed associarsi a noi e alla APDI.





sabato 18 giugno 2016

ATELIER ( MAMMA) MARIE JEANNE


Nell’insieme delle costruzioni che servono alla scuola superiore di Babonde ha preso un posto centrale l’Atelier Marie Jeanne, ossia il laboratorio di Taglio e Cucito – Atelier de Coupe et Couture - ma quello che è interessante è conoscere la sua storia e il servizio che vi si svolge all’interno. L’iniziativa nata ancora molti anni fa assieme a padre Gianni Lamieri, di sostenere alcune mamme e giovani figlie già madri che non potevano accedere alla scuola o apprendere un lavoro ha oggi preso un volto più preciso e dei contorni più solidi maturando nel tempo la propria identità. Il gruppo di giovani madri può beneficiare oggi di alcuni insegnanti qualificati che se al mattino sono dedicati ai corsi normali della scuola supriore, nel pomeriggio possono seguire la teoria e la pratica con coloro che hanno abbandonato da tempo la scuola soprattutto a causa di gravidanze precoci e/o mancanza di qualche piccolo mezzo finanziario per pagarsi i corsi. 
I corsi del pomeriggio li chiamiamo 
Corsi di Recupero.
Un numero sufficiente di macchine da cucire “a mano e a pedale” è a loro completa disposizione. Queste vecchie macchine da cucire dismesse in Europa ha compiuto qualche migliaio di chilomentri e grazie alla generosità di chi le ha donate e di chi ha finanziato il trasporto, rendono ancora oggi un buonissimo servizio per l’apprendistato e la pratica, in un luogo come Babonde dove la corrente elettrica è un bene prezioso, raro e di difficile accesso.


Le giovani madri sono organizzate in un Centro di Recupero all’interno della scuola superiore Ste Marie. In essa l’opzione di Taglio e Cucito raggiungerà nella prossima stagione scolastica il suo quarto anno di funzionamento con gli esami ed il rilascio del brevetto ai finalisti che riusciranno così a terminare il loro programma di ciclo breve professionale. Sarà un buon risultato che si aggiungerà ai molti maturati in questi anni. La buona formazione, il locale ampio, la buona attrazzatura, completa di altre macchine per il surfilage, la broderie e il disegno dei tessuti, lasciano ben presagire. 

L’atelier porta il nome di Marie Jeanne, ossia Maria Giovanna, il nome della nostra mamma che ci ha lasciato nel Novembre del 2014. Anche lei era di questo mestiere, fin da quando ragazza imparava l’arte dalla zia Giovanna e nel frattempo conosceva un giovane della famiglia della zia che sarebbe diventato suo marito e nostro padre.  Gli abbiamo così dedicato questo Atelier, ricordo delle tante cose belle che ha insegnato e realizzato, soprattutto del suo donarsi quotidiano nelle cose semplici e piccole come sistemare un vestito o rammendare uno strappo. La gente di Babonde l’ha conosciuta solo per nome, ma a distanza ne ha fatto il lutto quando è venuta a conoscenza della sua morte e sono sicuro che le ha voluto bene senza poterla vedere, come anche la mamma ha voluto bene alla gente di Babonde senza poterla vedere di persona. Che questo legame d’amore possa continuare.